Marie-Jose Cambieri Tosi

CARLO PLACCI

Maestro di cosmopoli nella Firenze fra Otto e Novecento

Vallecchi Editore, 1984 

“... Carlo Placci, un gentiluomo fiorentino che, fra gli ultimi decenni dell'Ottocento e i primi del Novecento, fu amico di tutta l'Europa intellettuale ed elegante, amico al tempo stesso, se non sbaglio, di Edoardo VII e di Marcel Proust. È morto a Firenze sei anni fa, compiendo, credo, ottantaquattro anni. Era, in vita, i primo a sorridere quando rammentava che a Firenze si usava dire: 'Sonnino è il ministro degli Affari Esteri: Placci è il ministro degli Affari Inutili'. Era ricco e scapolo, viaggiava esclusivamente in automobile, accompagnato immancabilmente, come un personaggio d'altri tempi, dal suo vecchio cameriere. Ha lasciato un manoscritto di memorie. Il direttore della Scala, Mario Labroca, che aveva assiduo il vecchio gentiluomo alle serate del Maggio Fiorentino, mi ha detto che Arturo Loria le ha lette, ma che non possono esser stampate, sembra, se non fra un certo numero di anni. Anche Placci, come Victor Hugo e come Ojetti, avrebbe potuto scriver le sue Cose viste, se forse non ne avesse viste veramente troppe nella sua lunga carriera di uomo di mondo. […]

Era un uomo di amori letterari e artistici non volgari. Nel 1904 era già un'eccezione – per uno scrittore che fu considerato un piacevole dilettante e, quando ne aveva voglia, il più elegante cultore di quelle cronache mondane che dopo i saggi dannunziani del Duca Minimo non avevano evuto più estensori degni di ricordo – il fatto, per esempio, com'è testimoniato dal suo libro, che amasse già la pittura di Cézanne. Era amico di Berenson, faceva ogni anno, prima di quell'altra guerra, un viaggio nel sancta sanctorum del wagnerismo, e andava in Bretagna per il solo gusto di riconoscere i paesaggi del primo Gauguin, pittore, in quegli anni, quasi del tutto inedito per noi cisalpini. In fatto di gusto questo dilettante era forse più avveduto di molti professionisti , e scelse sempre bene – lui infaticabile viaggiatore e ospite, quando voleva, di tutti i sovrani d'Europa, quando i sovrani in Europa sedevano ancora tranquilli sui troni – gli itinerari per il suo passaggio su questa terra. …

Orio Vergani, 20 novembre 1948