Giovanni Crocioni

La gente marchigiana nelle sue tradizioni

Collana "Ethos" - Tradizioni popolari italiane

Edizioni Corticelli, Milano, 1951

 

[...] I nostri vecchi studiosi, poco sensibili al richiamo del Romanticismo, non illustrarono bastevolmente le nostre tradizioni, e poche delle loro pubblicazioni riuscirono a immettere nella grande corrente della cultura nazionale, così che la nostra regione, nel rispetto folcloristico, come, purtroppo, anche per altri rispetti, è rimasta insufficientemente esplorata, con nostro danno e pregiudizio dei severi studi generali.

Essa, al contrario, situata nel centro della penisola, anello di congiunione tra il settentrione e il mezzogiorno, costituente, con l'Umbria, il Lazio, la Toscana e la Romagna, il cuore d'Italia, dove regna una superiore armonia così negli spiriti come nelle cose, per la varietà delle popolazioni originarie, per la sopravvivena nel suo territorio di elementi tradizionali caratteristici; per aver subito meno delle altre regioni l'influenza dello straniero, e serbata "l'antica tradizione italiana più originale", cioè più fedele alla sua origine, come riconobbe il De Gubernatis; per aver fornito al mondo inesausti tesori d'arte e di scienza, e pagine gloriose di civiltà e di cultura, e anche per le sue bellezze artistiche e panoramiche, di terra e di mare, meritava la premurosa attenzione di tutti. [...]

Se, come fermamente ritengo, anche un vocabolo o una locuzione, un proverbio o una fiaba, un costume o una superstizione, un aureo gioiello o una luccicante ceramica possono discoprire un lembo della mentalità popolare, meglio potrà contribuire allo scopo un libro, per quanto modesto, in cui informazioni tadizionalistiche di tutti i generi, vengano metodicamente coordinate, e, di conseguenza, più o meno acconciamente illustrate. [...]

Poiché gli storici passati si sono per lo più ristretti a narrare esclusivamente le alterne vicende delle minoranze dominatrici, è giusto che oggi si tenga debito conto dell'opera compiuta perennemente dal popolo e si narri la sua storia, la quale, per essere stata costantemente uniforme e indistinta, può essere lumeggiata soltanto mercé lo studio e la conoscenza delle tradizioni popolari. esse, infatti, cioè le credenze, le costumanze, l'arte, la letteratura e la parlata del popolo, che per secoli e secoli dettero norma e conforto alla sua vita operosa, sopravviventi o scadute che siano, possono rivelare il suo passato e la sua mentalità, meglio che ricostruzioni di filosofi o documenti d'archivio.

Desideroso di contribuire nel miglior modo al raggiungimento di così nobili scopi, ho presentati i marchigiani con i loro pregi e i loro difetti, sospinti e guidati dalle loro tradizioni secolari, quali che esse siano, affinché la schietta sincerità incuori tutti al nuovo cammino con chiarezza di veduta e con rinfrancante energia. [...]

 

dalla prefazione di Giovanni Crocioni

 

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